POLE POSITION - 1983 - Versione Atari 2600
Sono molto legato a questa versione di Pole Position per VCS in quanto da ragazzino ci giocai allo spasimo, in particolare il giorno in cui questa cartuccia mi fu regalata: era il giorno del mio compleanno nel marzo del 1984, e l'ho festeggiato a casa con una bella varicella. Quel giorno ci giocai così tanto che alla fine mi facevano male le mani, le braccia e gli occhi... oltre al fatto che avevo 38 di febbre e prurito a non finire per via della malattia. Insomma ero un genio, lo so, e non mi dimenticherò mai di come stavo male alla fine della giornata!
Del resto per gli standard della vetusta console Atari questa cartuccia era decisamente ben fatta. Il gioco aveva una grafica piacevole, la strada scorreva decentemente e il sonoro bastava per soddisfare l'esigenza di realismo che avevamo all'epoca. Il confronto con la versione arcade era improponibile, l'originale era su un altro pianeta, ma per quello che ero abituato a vedere sullo schermo di casa potevo essere più che contento di questo gioco. Anche la presenza della schermata fissa del titolo, a gioco fermo, col nome del gioco e il disegno della pista, era più che sufficiente per dare un pizzico di dignità ad un gioco che, per quanto si lasciasse giocare, non aveva in realtà molto da dire.
I comandi erano ridotti all'osso: l'auto accelerava da sola mentre a noi col joystick in mano era richiesto solo di sterzare a destra e a sinistra, eventualmente frenare col tasto fire, e cambiare marcia (due posizioni: "lo" e "hi") semplicemente alzando o abbassando la leva. Il gameplay si riduceva quindi banalmente nell'evitare le auto nemiche e nel cercare di non uscire di strada.
Dal punto di vista tecnico Pole Position per Atari 2600 oggi appare di una povertà desolante: nessun elemento su pista oltre che al nostro bolide incollato al centro dello schermo, mentre le auto nemiche... beh sono fatte di 8 x 5 pixel, gialline, e scalano in modo orribile diventando un ammasso informe di cubetti gialli. I cordoli rendono anche oggi abbastanza l'idea di una strada che scorre, ma spesso si deformano non appena si sterza in qualche direzione, e non ne ho mai capito il perché. E se il fondale è carino e scorre timidamente in curva, l'esplosione del nostro bolide quando urta le altre auto è davvero ridicola anche per gli standard di allora (praticamente è un cubo di pixel colorati). Per finire l'Hud è invece decisamente ben fatto, leggibile e ricco.
Giocare a Pole Position oggi non è per niente divertente ma il problema, più che nella povertà tecnica esibita dal titolo, risiede nella mancanza di modalità di gioco. Ogni partita è identica alla precedente: si fa mezzo giro il più velocemente possibile unicamente per ottenere il punteggio più alto; poi si fanno 4 giri completi cercando di non far terminare il tempo. E' un po' poco, visto che tra l'altro il gioco è molto facile e ripetitivo.
Nessun commento:
Posta un commento